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domingo, 5 de junho de 2011

Il referendum sarà un plebiscito

Il referendum sarà un plebiscito
Ancona La “buona politica” è tornata e il referendum sarà “un plebiscito”. Acqua, terra, giustizia sono diritti inalienabili. Perchè anche da essi si misura il nostro grado di felicità. Ecco Nichi Vendola, governatore della Puglia e leader di Sel, atteso oggi (ieri per chi legge, ndr) al Festival della felicità a Urbino e in piazza Cavour ad Ancona. 
Presidente, cosa è la felicità per lei?
“E’ nelle cose che hanno dato senso alla mia vita: il sorriso di mio padre che non c’è più, Natale in famiglia con un esercito di cugini e nipoti, la scoperta del mondo, la politica come spinta etica e confronto. E’ amore. Con un metro paradossale che si chiama dolore e che ne dà la misura”. 
Dal Pil al Bil, dal metro economico a quello del benessere. E’ possibile?
“Siamo a un punto in cui non si può non arrivarci. Un benessere misurato in termini di mercificazione comporta un gigantesco, planetario malessere. Non solo dei poveri che pagano il prezzo del benessere degli altri. Penso alle mutazioni climatiche, alla desertificazione, alla cattiva alimentazione, all’inquinamento. Fukushima ci dice che dobbiamo riconsiderare cosa è il benessere, individuando un percorso per la felicità come diritto universale. Per avere orizzonti nel futuro, dare valore alla propria persona, godere della bellezza”. 
Referendum, si raggiungerà il quorum?
“Non ne ho dubbi. E’ tornata la buona politica come relazione tra pratica di governo e speranza di vita e cultura”. 

E quale giudizio daranno gli italiani?
“Sarà un plebiscito. Quattro “sì” che seppelliranno l’ultima meschinità del governo Berlusconi. Hanno mentito consapevolmente e spudoratamente”. 

La “larga alleanza” e i voti di Sel hanno portato alla vittoria del centrosinistra al ballottaggio per la Provincia di Macerata. E’ una strada che apre prospettive anche a livello nazionale?
“Immaginare alleanze con formule alchemiche che prevedono un monopolio centrista è impraticabile. Il “laboratorio” si fa con le primarie, la partecipazione democratica, rimescolando le carte delle contese ideologiche. Abbiamo dato i nostri voti con generosità, senza negoziare alcunchè. Ma il punto è l’Italia che vogliamo, la crisi, il programma”. 
E quale sarà da ora in poi la strada per il centrosinistra?
“Sono gli elettori ad averla indicata. Di fronte alle protervie del centrodestra l’Italia migliore ha aperto gli occhi. E attraverso una mobilitazione larga e costante nel tempo ci ha consentito di vincere”. 

I partiti hanno ancora futuro?
“Possono vivere se luoghi di confronto fra la politica e la domanda sociale di cambiamento e se sono in grado di veicolare il confronto sui grandi dilemmi del nostro tempo. Se avranno il coraggio di buttarsi nel mare agitato del cambiamento”. 

Vicenda Fincantieri, l’Ad Bono ha ritirato il piano industriale. Si apre una nuova fase?
“Una prima, parziale vittoria c’è stata. In questa vicenda è stato vergognoso il silenzio del governo, l’aver consentito a Fincantieri atteggiamenti provocatori fono a chiedere l’intervento dell’esercito per soffocare la rabbia dei lavoratori. Ma oggi quella rabbia ha avuto la forza di diventare discorso politico costringendo a mettere da parte un’operazione di pulizia etnica e ricominciare il negoziato”. 

Con le Marche la Puglia partecipa a progetti di cooperazione in Adriatico. Quale il ruolo delle Regioni nel processo di internazionalizzazione?
“Quanto più crescerà la capacità di mettere in campo politiche sovra regionali in un’ottica di cooperazione, tanto più saremo in grado di mettere in campo una logica euromediterranea per pace, sviluppo e benessere per tutti i popoli”. 

Per Pia Bacchielli 
Fonte: Corriere Adriatico

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